Oggi parliamo di acqua, quella potabile che ci arriva nelle case, ma non ci occupiamo solo della situazione, assai critica in molte zone del Molise, ma anche e soprattutto del resto del Paese.
Una questione che, come sottolinea nel suo report settimanale Paolo Zabeo della CGIA di Mestre, viene evidenziata dal fatto che in Italia ogni 100 litri di acqua che viene immessa nella rete per usi civili ne arriva agli utenti poco meno di 58 litri, perché gli altri 42 si perdono lungo una rete idrica che è antiquata, fatta male e attualmente assai rovinosa.
Parliamo comunque di un valore assoluto di dispersione che riguarda almeno 3,4 miliardi di metri cubi.
La questione è gravissima per alcuni territori, ce lo dicono i numeri, che pure sono noiosi da leggere e comunicare, ma danno l’idea precisa del problema.
Qualche esempio assai negativo, a Potenza, dove non arriva nelle case il 71% dell’acqua immessa nella rete idrica, a Chieti il dato dice 70,45, a l’Aquila il 68,9%, a Latina il 67,7%, a Cosenza il 66,5%.
di contro bisogna dire che a Milano le perdite sono soltanto del 13,4%, a Pordenone il 12,1, a Monza l’11%, a Pavia il 9,4, a Como, la città più virtuosa d’Itala si raggiunge il 9,2%.
Una serie di numeri che fanno subito pensare alla divisione netta tra territori ed alle problematiche che deriverebbero dall’autonomia differenziata, che farebbe di certo aumentare i divari già fortemente esistenti in tutti i settori e comparti.
In Molise la situazione è ugualmente grave, Campobasso, nel senso del territorio provinciale, si pone subito a ridosso di Cosenza, con una perdita del 66,4%, mentre Isernia, propone anch’essa una perdita, che è pari al 44, 8%.
Tutto questo pone il Molise al terzo posto per le perdite, immediatamente dopo la Basilicata e l’Abruzzo, con 495 litri di acqua immessa nella rete, naturalmente pro capite ed ogni giorno, con una perdita quotidiana di 267 litri ed una percentuale complessiva del 53,9%.
Il suggerimento della CGIA è utilizzare i fondi del PNRR, che ricordiamo sono tutti da restituire …