Da Agnone giunge la riflessione dell’Università delle Generazioni, circa la necessità di listare a lutto le mimose dell’8 marzo, perché sono tutte insanguinate dalle uccisioni prodotte dalla guerra in Ucraina, ma anche dai tanti altri conflitti bellici che sono attualmente accesi nel mondo.
Sangue che è conseguenza delle troppe violenze perpetrate soprattutto sulle donne e sui bambini, vittime inermi della guerra, alle quali si aggiungono i quotidiani femminicidi e le morti sul lavoro.
Una riflessione che porta alla necessità di correre ai ripari, perché bisogna contrastare tutta la violenza della guerra, ma anche quella che si pratica nel privato, nelle famiglie e nelle piazze, in piena contraddizione con la considerazione che il progresso e la modernità abbiano portato il rispetto ed un avvicinamento dei conflitti di genere.
Oggi c’è bisogno di una intensa e massiccia operazione di educazione alla pace, ma anche un percorso culturale alle uguaglianze ed al rispetto delle differenze, oltre naturalmente al riconoscimento delle pratiche di nonviolenza.
Un viaggio, dunque, nel pensiero delle persone di Agnone a che si attivi alla graduale distruzione delle armi, dei mercati di vendita e delle stesse loro produzioni.
Per questo un 8 marzo non di festa, ma di riflessione e di partecipazione al lutto collettivo, per onorare i morti, tra i quali troppi bambini e troppe donne, un eccidio che ci riporta indietro, nel tempo degli orrori.