Da qualche anno si verifica, da parte dei consumatori italiani, una attenzione sempre maggiore per gli ingredienti dei vari prodotti alimentari, soprattutto quelli che sono alla base delle moltissime eccellenze dei territori.
Una attenzione che vede protagonisti anche i consumatori molisani, soprattutto nei confronti delle farine e dunque della pasta, del pane e delle pizze.
Un percorso verso la qualità e il buon gusto, che non può prescindere dal recupero dei grani della tradizione, quelli antichi, che hanno rischiato più volte di essere volutamente ignorati dai produttori, fino a favorire la loro scomparsa.
Proprio per questo la Società Italiana Sementi ha voluto tornare ad interessarsi della cosa, dedicandosi proprio al recupero di alcune antiche varietà, favorendo un loro ritorno negli ambiti dei mercati.
Così si è aggiudicata, grazie ad uno specifico bando del CREA, il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura, per almeno 15 anni, come informa la Coldiretti, l’esclusiva di riproduzione e certificazione del famoso grano duro “Senatore Cappelli”.
Ha così, lo scorso anno, posto a semina cerca mille ettari di territorio,raggiungendo una produzione di questa varietà di grano duro pari a 2,5 milioni di chilogrammi.
Intanto, si sottolinea, come “un agricoltore che produce grano duro Senatore Cappelli potrà percepire un compenso massimo di 80 euro al quintale se il cereale viene coltivato secondo leregole dell’agricoltura biologica e di 60 euro al quintale se coltivato in agricoltura convenzionale.
Il Molise è parte attivo di questo progetto di recupero, nel corso di questo che è il primo anno di attività, ha visto la partecipazione di 42 aziende agricole, con 250 ettari coltivati, 50 dei quali attraverso l’agricoltura biologica.