È durata davvero poco, soltanto quattro mesi, l’avventura molisana del Commissario straordinario della Sanità in Molise, la dottoressa Flori Degrassi.
Le sue dimissioni parlano di problemi personali, ma sono talmente evidenti i motivi veri che li facciano nostri senza il più piccolo dubbio.
La causa è da ricercare nella volontà del Governo centrale a mantenere la mancanza di risorse per la tutela della salute dei molisani.
L’alibi è quello di sempre, il debito pubblico accumulato negli anni e mai risolto dai Commissari nominati appositamente per ridurlo e mai veramente produttivi e positivi in tal senso.
Così anche oggi, nell’atto della resa, noi molisani registriamo l’ulteriore colpo di scena, che non è mai giusto e sacrosanto per la tutela della nostra salute, ma solo una spinta ulteriore nel mondo di chi non ha più diritti costituzionali.
Ci sarebbero tutte le cause di una grande rivolta, ma, tolti i soliti pochi cittadini che si sono impegnati e si impegnano sul fronte della richiesta di un sistema sanitario adeguato, resta davvero la miserevole presenza del silenzio, come a dire “fate di noi quel che vi pare”, un atto di grande resa e di immensa sottomissione.
Allora registriamo con favole le prese di posizione che comunque arrivano dalle numerose associazioni e comitati, che cercano, nell’ambito delle analisi, di ottenere quanto meno il riconoscimento alle cure per tutti, evitando lo sfacelo che oggi è sempre più evidente.
Così vogliamo sottolineare, tra le tante opinioni in merito, quella del Comitato Pro Cardarelli, che con il suo Presidente, Cosimo Dentizzi, ricostruisce la “brutta storia” della Sanità in Molise, ricordando come il Commissariamento dei territori ha guidato molte regioni al risanamento, vedi Lazio, Campania, Puglia, Abruzzo, mentre le uniche a non trovare sbocchi positivi sono state Calabria e Molise.
“Diversi Commissari e sub-Commissari” – scrive – “lautamente retribuiti, ma nessuno è stato in grado di dare una svolta al sistema”.
“Demerito loro?” – si chiede Dentizzi – “Non collaborazione delle varie Giunte regionali? Oppure è lo stesso strumento che non è in grado di risolvere tali situazioni ?”.
A questo punto ci si richiama ad un mondo politico che sappia condurre l’iniziativa giusta, che possa trovare le soluzioni concrete e non cavalcare solo e soltanto le onde delle chiacchiere.
Perciò niente più proclami, ma proposte, vere, autentiche, concrete.