Tra pandemia e guerra si celebra oggi la Festa dell’Europa

Il 9 maggio del 1950, uno dei padri nobili del sogno dell’Europa Unita, il ministro francese Robert Shuman fece una dichiarazione storica, usando parole che furono considerate il vero e proprio atto di nascita dell’Unione europea.

Oggi, pur in una situazione difficile, che vede implicati molti Paesi europei, in un conflitto che può mettere in crisi lo stesso organismo unitario, si celebra la Festa dell’Europa, richiamando quei valori che, nel corso del tempo, sono andati perduti, quelli ideali di un organismo politico e federale che non ha mai veramente visto la luce, sostituito da scelte esclusivamente di stampo economico e finanziario.

In questo giorno di richiamo e di celebrazione, giunge in redazione un documento a firma dell’europarlamentare Aldo Patriciello.

Oggi più che mai” – scrive il politico molisano –     “abbiamo il dovere di ricordare che l’Unione Europea rappresenta una garanzia per la democrazia e la libertà dei suoi cittadini. Allo stesso tempo, però, non può ridursi al ruolo di semplice comprimaria ed immobile spettatrice di un mondo in rapida evoluzione. La pandemia prima, e la guerra in Ucraina poi, sono lì a dimostrarlo.”

Un pensiero che sottintende la necessità di operare per costruire un percorso più adeguato al ruolo di una Europa che sia parte consistente del mondo, un insieme di Nazioni che sentano l’esigenza di politiche comuni, a garanzia delle regole democratiche dei suoi cittadini.

“Lo Stato” – continua a scrivere l’onorevole Patriciello – “come lo conoscevano i nostri padri e i nostri nonni è sempre meno adatto a soddisfare le esigenze dei cittadini e del mondo moderno in generale. Ecco perché solo un’Europa ancora più unita sarà la soluzione inevitabile per competere in un mondo sempre più globalizzato come quello attuale.”