“E’ da molto tempo che vengono denunciati, soprattutto da parte degli operai pendolari, i gravissimi disagi causati dalla deficienza del trasporto pubblico regionale, tutti rimasti irrisolti, ed aggravati in questo periodo della “ripartenza” durante l’epidemia”.
Inizia con queste parole la riflessione del gruppo dirigente del Partito Comunista dei Lavoratori del Molise, che vuole sottolineare, ancora una volta le immense difficoltà di un sistema di mobilità che non è affatto al servizio dell’utenza , ma semmai solo e soltanto ad altri soggetti, magari a coloro che hanno attenzione al profitto.
Per il Partito Comunista dei Lavoratori “i punti immediati e fondamentali riguardano: il mancato adeguamento da parte dei concessionari alle norme di sicurezza anti Covid con il conseguente potenziamento delle linee e del numero dei mezzi a parità di utenti e corse; la questione delle fermate insufficienti ( questo anche da prima dell’epidemia), fermate che costringono i lavoratori ad usare, sempre più spesso, mezzi propri o soluzioni di fortuna ed in alcuni casi ad affrontar e percorsi lunghi a piedi; l’iniquo aumento del prezzo di abbonamenti e biglietti”.
Una situazione di disagio complessivo, che ha costretto più volte alcuni a perde re la giornata lavorativa ed a rischiare i contagi laddove non è rispettato il numero giusto di passeggeri per corsa.
Per questo i dirigenti del PCL affermano che si dovranno unire le rivendicazioni in una piattaforma di gestione alternativa, una Azienda Speciale regionale dei Trasporti per una gestione pubblica, sotto il controllo sociale dei lavoratori, degli studenti e degli utenti, che pianifichi le effettive esigenze di mobilità eliminando la totale presenza dei disagi, che oggi gravano nell’intero territorio della Regione.