La notizia sta tutta in quell’11 a 10, in cui, al Consiglio Regionale, i sei consiglieri del Movimento 5 Stelle, più i due del Partito Democratico, più 3 della maggioranza, Iorio, Calenda ed Aida Romagnuolo, hanno sbeffeggiato la maggioranza del Presidente Toma e dell’assessore Niro, approvando di fatto una proposta di legge, emendata e sostenuta cosi modificata dagli undici.
Dunque il governo regionale va sotto, incassa una sconfitta che racconta di uno stato di difficoltà nella coalizione del centrodestra, dove si rincorrono critiche e forti distinzioni, anche e soprattutto verso gli uomini di una giunta che non ha saputo evolversi e ascoltare le, spesso adeguate e puntuali, precisazioni dei singoli consiglieri, non delle opposizioni che svolgono un loro mestiere da oppositori, ma da alcune battagliere presenze in maggioranza.
Critiche spesso confluite nel voto, che fino a qualche giorno fa, aveva più volte salvato il Presidente Toma ed i suoi uomini in giunta e quelli più fidati e che oggi escono con l’onta della sconfitta.
I vincitori sono loro, più che i consiglieri di opposizione del Movimento 5 stelle e del PD, sono loro, quelli che chiameremo dissidenti e che si sono vestiti di un emendamento che ha portato all’approvazione della proposta di legge, appunta modificata dal voto contro Toma e Niro.
Da qui le note che sottolineano lo stato di cose: inizia il Gruppo del Movimento 5 Stelle che parla della sua linea che
Passa vittoriosa, della tutela dei lavoratori, del lotto unico per l’espletamento della gara e della procedura aperta, in un tutto che chiede, a voce alta, la decisione finale che “Toma e la Giunta si dimettano”.
Anche Micaela Fanelli interviene e parla letteralmente di “una debacle politica che ha l’unico merito di aver impedito il pastrocchio amministrativo, lavorativo e sociale di iniziativa della Giunta regionale, che dopo un anno e mezzo di proclami e il maldestro tentativo di riformare il settore del trasporto pubblico, con un colpo di mano in prossimità del Natale, viene malamente battuta in aula”.
Niente doppio lotto e niente procedura di gara ristretta. La maggioranza resta senza numeri per governare.
Anche Filomena Calenda invia nelle redazioni una nota specifica.
Afferma, che, nel presentare l’emendamento, ha ascoltato le esigenze dei cittadini, che non viaggiano con l’auto blu o con le automobili”.