«Da una parte il rispetto dei regolamenti europei e delle leggi italiane a tutela degli autisti di autobus che lavorano su linee la cui percorrenza supera i 50 km – si legge in una nota della consigliera regionale Pd, Micaela Fanelli (per impegnare il Presidente della Regione Molise e l’Assessore Regionale ai Trasporti a procedere ad una verifica puntuale della situazione e in particolare a chiedere alle società di trasporto concessionarie del servizio pubblico regionale, che non applicano correttamente il regolamento CE n. 561/06 e all’art.174 CdS, il rispetto della normativa relativa alla durata dei riposi settimanali degli autisti di autobus di linea, pena revoca della concessione medesima) dall’altra la garanzia della sicurezza nei trasporti stradali.
Nessuna delle due esigenze sembra essere soddisfatta in Molise da alcune – non tutte – ditte del trasporto pubblico locale, che hanno deciso di ridurre la durata del riposo settimanale spettante ai conducenti dei pullman per i percorsi sopra i 50 km, perché, secondo le aziende, le frequenti soste e fermate interromperebbero il periodo di guida ed il lavoro risulterebbe meno usurante.
Una questione spinosa, oggetto di una specifica mozione presentata in Consiglio Regionale dal Capogruppo Pd Micaela Fanelli, di cui si è già interessata anche la Prefettura di Campobasso, dove si sono svolti due incontri tra le rappresentanze sindacali e datoriali.
Dunque, appare inconfutabile che l’origine e la destinazione si estende a tutto il percorso. E sempre il regolamento CE, stabilisce che il periodo di guida è “il periodo complessivo di guida che intercorre tra il momento in cui un conducente comincia a guidare dopo un periodo di riposo o un’interruzione fino al periodo di riposo o interruzione successivi. Il periodo di guida può essere ininterrotto o frammentato”.
Pertanto, la non applicazione di tale regolamento riduce immotivatamente i tempi di riposo degli autisti e, se si permette che tale decisione permanga, anche altre aziende del TPL potrebbero uniformarsi, creando nel Molise, una “zona franca” rispetto all’applicazione di una norma di sicurezza (Reg. n.561/06 ed Art.174 CdS) e un potenziale pericolo alla sicurezza dei trasporti (Art.432 c.p.) e per la pubblica incolumità. Tenendo altresì conto che il mancato godimento del regolare riposo incide sul lavoratore per usura psico-fisica e che la fruizione regolare del riposo settimanale incide sulla sicurezza del trasporto pubblico.
Tutte considerazioni riportate nel primo tentativo di conciliazione, avvenuto il 13/10/21 presso la Prefettura di Campobasso, dove l’assessorato regionale ha affermato che le norme trasgredite rappresentano solo una violazione contrattuale, da risolversi tra lavoratori ed impresa in ambito giudiziario e che, solo all’esito di una sentenza, avrebbe provveduto ad emettere le sanzioni richieste dai sindacati, pensiero espresso anche nella successiva riunione del 20/10/21, lasciando tutta la questione appesa al filo dell’incertezza e del pericolo».