Scelgono una azione pubblica e questo fa loro onore, Stefania Cavaiola, Gianni Navarra e Marco Gagliardi, i tre consiglieri comunali di Casacalenda, che di fatto, con le loro dimissioni, hanno sfiduciato il Sindaco Sabrina Lallitto e, insieme ad altri consiglieri, permesso la consegna al Commissario prefettizio, la dottoressa Agnese Scalia, della gestione amministrativa del Comune.
Dopo le polemiche, i toni alti e i vari proclami, hanno deciso di sottoscrivere un documento, rendendo pubbliche le ragioni del loro operato.
Affermano che sono tante le idee e i suggerimenti proposti dalla minoranza e sono tutti conservati agli atti, come agli atti, restano le scelte fatte dall’Amministrazione, che documentano quella che chiamano “l’inopportunità dell’adozione di alcuni provvedimenti”.
Portano degli esempi: “Durante il primo periodo dell’emergenza Covid-19, 13 nuclei familiari idonei a ricevere i “buoni spesa” sono stati esclusi dal beneficio, poiché l’Amministrazione non è stata in grado di reperire 3.000 euro dal proprio bilancio.
Si chiedono: “Come è possibile una cosa del genere? Solo qualche settimana prima erano state recuperate risorse economiche per affidare un incarico dirigenziale ad un parente di primo grado del Sindaco e qualche settimana dopo, con una variazione di bilancio, erano stati individuati 80.000 euro da destinare al pagamento di spese legali, eludendo una circolare/direttiva del Segretario Comunale, che esprimeva con chiarezza l’impossibilità a pagare quelle somme”.
Scrivono ancora, citando risorse economiche utilizzate impropriamente, indennità, aumenti e tanto altro, un conto che evidentemente hanno voluto pagare, in un atto democratico, con le dimissioni da consiglieri.
In fondo è la democrazia, se non ci sono le condizioni, si agisce in nome di una fiducia smarrita, cercando almeno una nuova dignità.