Triste primato del Molise, la Droga. E’ piena emergenza.

Ne siamo ormai convinti da molto tempo, la nostra azione quotidiana di organo d’informazione ci mostra un Molise che ormai da anni non è più l’isola felice di cui spesso si parla, magnificando le bellezze e le eccellenze eno-gastronomiche.

Le questioni riguardanti l’enorme disoccupazione, con quella immensa dei giovani, le problematiche presenti in quasi tutti i 136 comuni sono all’ordine del giorno, le tutele sanitarie per lo più scomparse, le aziende che chiudono con gli impianti smantellati, i collegamenti non adeguati, i sogni infranti di tutti parlano di primati negativi e ci restituiscono ad un territorio sicuramente in crisi di sviluppo.

Da tutto questo forse deriva il primato tra i più duri e difficili da superare, quello della diffusione e consumo di droga, affrontato in tempi recentissimi dal Procuratore di Campobasso Nicola D’Angelo, che non solo ha fornito dati allarmanti, parlando di migliaia di cittadini molisani, tra cui moltissimi giovani, diventati consumatori abituali di sostanze stupefacenti, ma ha parlato di vera e propria emergenza.

Una situazione che però, ci siamo accorti, è totalmente trascurata da chi invece dovrebbe affrontare il problema e cercare una qualche soluzione, che non sia solo quella di stroncare il fenomeno attraverso denunce, arresti e quanto altro.

Istituzioni, servizi, cittadini, tutti a minimizzare, come a voler nascondere la polvere sotto i divani, negando così l’esistenza di un dramma che si compie ogni giorno, forse in ogni ora.

Alle questioni sollevate dal dott. D’Angelo si allinea il presidente dell’Ordine degli Psicologi del Molise, il dott. Nicola Malorni, che afferma il bisogno e la necessità di rispondere “tutti insieme, Ordini Professionali, Dirigenti, Amministratori, Istituzioni, Scuola, Ambiti Sociali, Terzo Settore, Chiesa , Famiglie, pretendendo si investa finalmente e con una progettualità efficace in servizi e interventi sociali, educativi, psicologici”, ma anche, diciamo noi, costruire percorsi esistenziali migliori in un territorio che stenta a ritrovare le condizioni di vita perfino sufficienti.

 

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