Il problema è generale e di carattere culturale e sociale, la violenza di genere ormai sembra essersi diffusa ovunque e in ogni ceto e territorio, una situazione che davvero non può più essere tollerata e perciò combattuta con le armi più adeguate, quelle non affidate solo e soltanto alla repressione, ma che modificano l’approccio della società verso un fenomeno davvero drammatico.
Le storie che la cronaca ci riporta sono davvero tante e tutte di una gravità immensa, come raccontano i dati, quelli che riportano come dal primo gennaio di quest’anno al 30 luglio ci sono stati in Italia ben 194 omicidi, con 71 vittime donne,. Di cui 57 uccise in ambito familiare e affettivo, di queste 35 hanno trovato la morte per mano del partner o ex partner.
Il Molise non è immune, le storie violente si susseguono a ritmi impensabili, richiedendo sempre più impegno ed attenzione sia alle Forze dell’Ordine che alla Magistratura.
Un esempio la storia, una delle ultime accadute nel nostro territorio, di una donna, che, grazie alla fiducia nelle Istituzioni, è stata letteralmente liberata dalla spirale di violenza messa in atto, per troppo tempo, dal proprio figlio.
La storia è accaduta in uno dei piccoli paesi del Molise.
Inizia con una telefonata: un uomo chiama il 112, il numero che chiede l’intervento dei Carabinieri. Parla di una lite.
I militari della Compagnia di Larino giungono sul posto e si accorgono che c’è qualcosa che va oltre la lite.
Danno inizio, così, ad indagini più accurate e più attenti accertamenti e scoprono la realtà di una vittima di violenze e soprusi, una donna anziana, che per amore del proprio figlio, nega ogni suo approccio violento, giungendo a dichiarare che si è fatta male accidentalmente in casa.
Naturalmente la verità è un’altra ed i carabinieri riescono a scoprirla.
Ruolo importante anche e soprattutto quello della Procura della Repubblica di Larino che ha accertato il reato commesso dal figlio dell’anziana donna.
Il resto è cronaca, tra l’altro ancora coperta dal segreto istruttorio, con il figlio colpito da un’ordinanza cautelare, scaturita a causa delle continue vessazioni compiute verso la madre.