Risponde celermente ed in modo molto critico, l’Unione Sindacale di Base alle notizie circa il ricorso alla Cassa Integrazione da parte della FCA nei vari stabilimenti in Italia.
L’USB denuncia il ricorso alla Cassa Integrazione e ai Contratti di Solidarietà, da parte dell’Azienda che da un lato aumenta i ritmi di lavoro, saturando le linee nelle residue giornate di lavoro e dall’altro utilizza gli ammortizzatori sociali come un vero e proprio bancomat.
Invita a considerare la situazione nello stabilimento di Termoli, ma anche in quello di Melfi, dove, dopo la chiusura della linea “grande Punto, e l’annuncio di 1640 esuberi e ben 5750 contratti di solidarietà, ha comunicato ulteriori blocchi di interi turni di produzione nei fine settimana, con ovvia ulteriore perdita di salario.
Oppure A Mirafiori e Pomigliano che sono a rischio di chiusura, ridotte a fabbriche fantasma, dove da anni ormai si opera con meno della metà dei lavoratori.
L’Usb chiede “dove sono i nuovi modelli e gli investimenti annunciati ben 5 mesi fa nel Piano industriale di FCA?
“Dopo anni di sostegni statali” – afferma – “e dopo aver condizionato le politiche industriali e attinto a piene mani alle risorse economiche del Paese, la produzione è sempre orientata verso il mercato NAFTA e i segmenti del lusso. Sono scelte che non saturano gli stabilimenti italiani, in forte crisi, e che vengono ulteriormente penalizzati dalla decisione di de localizzare il segmento delle utilitarie e di chiudere la produzione della Grande Punto senza alcun modello sostitutivo”.
Per questo e per tanto altro, come il rinnovo contrattuale di gruppo, annunciano una forte lotta e quelle azioni che devono tener conto della dignità di tutti i lavoratori e degli sforzi che compiono nell’ambito di tutti gli stabilimenti.